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G. Canguilhem, Georges Lapassade, Jacques Piquemal,
Jaques Ulmann,
Dallo sviluppo all'evoluzione nel XIX secolo
MIMESIS, Milano 2006
a cura di Enrico Castelli Gattinaraedizione a cura di Enrico Castelli Gattinara
Introduzione di Elena Gagliasso
Postfazione di Michele Cammelli
pp. 140 € 15 ISBN 88-8483-400-7
Lo studio a più mani che viene qui riproposto era stato pubblicato
inizialmente come numero speciale della rivista di storia delle scienze
Thalès nel 1962, che a sua volta raccoglieva il lavoro di
un seminario condotto da Georges Canguilhem nel 1960 (per commemorare il
centenario della pubblicazione dell'Origine delle specie di Charles
Darwin).
Si tratta di uno studio a quattro mani, Georges Canguilhem, Georges Lapassade,
Jacques Piquemal, Jacques Ulmann, suscitato dall'attualità dei problemi
darwiniani, dalle polemiche passate (ma anche attualissime) sull'ereditarietà,
sull'evoluzione e l'evoluzionismo, sulle condizioni di validità dei
modelli organici dell'individualità sollevate da biologi, filosofi
o storici delle idee, sui concetti di sviluppo e sottosviluppo usati dai
politici e dai sociologi. I saggi del libro, per lo più ignorati
dagli studiosi ma di grande importanza teorica, hanno la capacità
ancora oggi di rilanciare gli interrogativi, di confermare certe intuizioni,
ma anche di risparmiare a chi volesse leggerli con attenzione errori o ingenuità.
Come scrivono Balibar e Lecourt nella prefazione, si tratta di un libro
che abbraccia assai più che il campo specifico della storia della
biologia. Esso è importante "sul versante della stessa biologia
(da quando l'embriologia, rinnovata dalle scoperte della genetica molecolare,
costituisce nuovamente un fronte avanzato della ricerca, e da quando ci
si interroga con sempre maggior insistenza sui rapporti fra il "programma"
e l'"epigenesi"); sia sul versante delle ideologie sociali e (con
l'espansione della sociobiologia o l'utilizzazione smodata dei "nuovi
paradigmi" biologici in economia e in filosofia politica). Per non
dire della rilettura critica delle opere di Freud e di Marx, che scopre,
con le implicazioni ben note, la pregnanza dello schema "biogenetico
fondamentale" di "ricapitolazione della filogenesi tramite l'ontogenesi"
nel cuore delle loro concettualizzazioni rivoluzionarie (e dunque al cuore
delle loro contraddizioni). E queste indicazioni non sono limitative".
Nello specifico, il libro abbraccia circa un secolo, idealmente delimitato
dalle due date chiave del 1759 (nascita dell'embriologia moderna con C.F.Wolff)
e del 1859 (anno dell'Origine delle specie, di Ch. Darwin). Analizza
attraverso il commento critico dell'opera di diversi autori (Wolff, Meckel,
Geoffroy Saint-Hilaire, Serres, von Baer, Comte, Spencer, Darwin, Haeckel,
Fiske, Preyer, Baldwin, Huxley, Robin) le vicissitudini dei concetti di
evoluzione e sviluppo alla luce di varie scienze come la biologia, l'embriologia,
la zoologia, la teratologia, la filosofia, ecc. I diversi problemi sono
affrontati sempre alla luce anche del contesto culturale ed epistemologico,
nonché del clima storico del periodo, secondo un'impostazione tipica
del lavoro di Canguilhem e del suo gruppo di allievi negli anni '60 presso
l'Istituto di Storia delle scienze e della tecnica della Sorbona. In questo
modo si giunge a una storia delle scienze non più lineare e progressiva,
ma contorta, complessa e assai più articolata e ricca di quanto ci
si sarebbe potuti aspettare, dove scienze marginali e trascurate acquisiscono
(o recuperano) il loro significato, la loro importanza e il loro spessore.
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