torna all'elenco dei bollettini
La politica dell'impossibile
di Augusto Illuminati
pubblicato su Il Manifesto del 9/2/2005
Pubblicata nel volume "Marx nei suoi limiti" una raccolta di
scritti ancora inediti in Italia di Louis Althusser. Una tappa del sofferto,
accidentato e incompiuto percorso intellettuale del filosofo francese per
"liberare" il marxismo occidentale dalla sua crisi.
Marx nei suoi limiti (a cura di Fabio Raimondi, Mimesis, pp. 157,
euro 13) traduce un testo inedito e probabilmente incompiuto (1978) di Louis
Althusser. Incompleto, senz'altro, perché va integrato non solo con
i testi esplicitamente richiamati nel corpo del lavoro (innanzitutto lo
scritto del 1969 sugli apparati ideologici di Stato, poi tutti gli interventi
sulla scansione del pensiero marxiano, a partire dal Pour Marx del
1965), ma anche con le diramazioni anticipanti il progetto successivo di
una storia sotterranea del materialismo aleatorio.
Nell'illuminante introduzione, Fabio Raimondi traccia le coordinate in cui
si inseriscono gli interventi althusseriani del biennio 1976-1977 da cui
trae origine la stesura del testo: particolarmente rilevanti la conferenza
alla Sorbona del 16 dicembre 1976 per gli universitari comunisti francesi
e il dibattito organizzato a Venezia dal Manifesto nel 1977, cui
fece seguito l'importante saggio Il marxismo come teoria "finita"
pubblicato sul quotidiano del 4 aprile 1978. Nello stesso period matura
la tardiva rottura con il Pcf, mentre viene messa a punto l'analisi di Machiavelli
avviata dall'inizio del decennio (Machiavelli e noi, manifestolibri,
1999) e si prepara l'ultima stagione degli anni '80, tragicamente intervallata
dall'uccisione della moglie e da due ricoveri clinici (Sul materialismo
aleatorio, Unicopli 2000).
La scelta del Fiorentino
Il significato profondo del contemporaneo arrovellarsi su Machiavelli
e Marx è giustamente riportato dal prefatore al problema, tipico
del Fiorentino, di come sviluppare un'azione politica partendo da una situazione
di decadenza e di corruzione, come prendere un'iniziativa non contando su
niente, occupando il posto dell'impossibile, come operare una rottura che
connetta novità e inizio. Per rigenerare il marxismo occorrerebbe
una pratica teorica che torni a pensare l'impensabile tenendo conto del
carattere aleatorio della storia. La politica è diventata impensabile
perché fagocitata nell'abbraccio mortale fra partito e Stato, non
senza responsabilità di Marx stesso, i cui limiti inibivano una teoria
che non poggiasse sul meccanismo (rovesciato) dell'alienazione e del feticismo
- retaggio hegeliano aggravato dall'illusione che Feuerbach ne segnasse
l'inveramento materialista.
Althusser procede rigorosamente all'assunzione della lotta di classe come
processo senza soggetto, che a maggior ragione non prevede che un singolo
intellettuale (Marx o Engels, per esempio) o un intellettuale collettivo
(il partito) le sovrapponga idee rivoluzionarie di cui sarebbe l'autore
originale; altrimenti detto, non è pensabile che qualcuno applichi
dall'esterno un'idea personale o impersonale alla dinamica conflittuale
offrendovi uno sbocco. Siamo dunque all'opposto di quel fenomeno degenerativo
per cui Kautsky e Lenin, con opposte intenzioni, collocarono la coscienza
rivoluzionaria fuori della classe operaia, abbandonandola al mero economicismo.
Ennesimo esempio di quella separazione fra sapere e non sapere, fra dirigenti
e subordinati che è l'essenza di ogni potere di classe - la storia
universale come storia dei vincitori, avrebbe detto Benjamin.
La mitologia reazionaria del partito non fu di Marx, ma riprende, ahimé,
lo storicismo soggettivista delle Tesi su Feuerbach, ancora intrise
di quell'orientamento fichtiano-feuerbachiano che pure intendeva correggere.
Quell'anticipato ritorno "alle cose stesse" era "una delirante
ma interessante filosofia materialistica della storia", ancora innocente
ma che avrebbe prodotto frutti avvelenati in futuro. Peggio andrà
quando Engels legittimerà la continuità con la tradizione
antecedente mediante la famigerata teoria delle tre sorgenti del marxismo
(filosofia tedesca, economia politica inglese, socialismo francese) - una
genealogia tranquillizzante che offusca le rotture e i sovvertimenti, riducendo
i tre filoni suddetti rispettivamente a materialismo dialettico, scientismo
e filosofia della storia. Qui la ricorrente difficoltà marxiana di
sciogliersi dall'illusione di un' "Origine e correlativo Fine o Senso
della storia" trova una facile sistemazione, raddoppiando l'anelito
alla trasparenza con un'ordinata successione dei modi di produzione e della
loro evoluzione progressiva attraverso l'esaurimento delle loro forze produttive
e trapasso nel successivo.
Il punto decisivo sta nella difficoltà teorica a padroneggiare la
tematica dello Stato e in quella pratico-concreta di gestire il rapporto
con la prima forma-partito, la socialdemocrazia tedesca, come dimostrato
dall'operazione critica, ma reticente, intrapresa nel 1875 contro il "Programma
di Gotha".
La macchina statale
A tale riguardo è di grande peso la riformulazione althusseriana
del carattere "separato" dello Stato, non semplice riflesso del
processo di alienazione (come negli scritti marxiani di giovinezza), ma
piuttosto "macchina", sulla linea degli scritti politici fra Il
18 Brumaio di Luigi Bonaparte e l'esperienza della Comune del 1971.
In che senso macchina, in che senso separato? Separato dalla lotta delle
classi in quanto strumento per controllarla dall'esterno, senza lasciarsene
attraversare se non marginalmente, pronto invece a intervenirvi per mantenere
il sistema dello sfruttamento ed eventualmente per condurre una lotta di
classe all'interno della classe dominante, per evitarne divisioni o reprimerne
settori che rischiano di indebolirla (De Gaulle contro Pétain o il
New Deal roosveltiano in una fase di crisi sociale). Macchina nel senso
di trasformare un'energia (la forza violenta della classe dominante) in
un'altra (l'esercizio di potere "legale" mediante un corpo di
funzionari fedeli) allo scopo di assicurare le condizioni materiali della
riproduzione che consentono la perpetuazione e l'evoluzione dei rapporti
di produzione e sfruttamento: limitazione della giornata lavorativa e lavor
pubblici per contenere la disoccupazione, mantenimento dell'ordine pubblico
e tutta l'ampia gamma delle azioni di "polizia". Il differenziale
del conflitt di classe si trasforma, grazie allo Stato, in diritto, leggi,
norme.
Ogni ipotesi di uno Stato al di sopra delle classi (ne senso di arbitro
neutrale) e ogni illusione di attraversare lo Stato con la lotta delle classi
sono dunque rigorosamente scartate, così come le pretese di autonomia
del politico che erano diventate moneta corrente nell'ala pseudo-althusseriana
del partito comunista italiano. Di più: si scinde nettamente la categoria
di politica da quelle di Stato e di partito-stato, riportando l'innovazione
storica nella prima e anticipando quella contrapposizione di politique
(iniziativa conflittuale, inclusione dell'escluso) e police (governamentalità
riformista) che l'(ex)althusseriano Jaques Rancière ben illustrerà
nel 1995 nel volume, purtroppo ancora non tradotto, La Mésentente.