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Presentazione del Convegno
"Scienze, Epistemologia, Società. La lezione di Althusser"
Venezia, 29 - 30 - 31 ottobre 2008
Quando le opere di Louis Althusser (a cominciare da Per Marx) iniziarono ad essere introdotte in Italia, fu subito evidente che la loro novità non consisteva solo nella radicalità della rilettura di Marx, ma anche nella peculiarità dei suoi strumenti. Althusser insisteva infatti sulla “rottura epistemologica” che avrebbe separato la problematica ideologica del “giovane Marx” dall’esplorazione scientifica del “continente storia” (i cui concetti portanti sarebbero stati al centro di Leggere “Il Capitale”). In tal modo, Althusser sottoponeva Marx ad un’analisi incentrata sul sorgere storico delle forme di razionalità scientifica che era e resta ancor’oggi esotica per la cultura filosofica italiana, ma che era invece praticata dalla tradizione francese dell’epistemologia storica.
Questa corrente teorica – che comprende numerose varianti, dal positivismo di Auguste Comte all’archeologia dei saperi di Michel Foucault, dalla filosofia del giudizio di Léon Brunschvicg alla matematica virtuale di Gilles Châtelet – rappresenta un’alternativa rispetto alle correnti dominanti della filosofia delle scienze del XX secolo, tutte più o meno indebitate col neopositivismo viennese. Mentre l’epistemologia egemone ha sempre cercato di produrre un’analisi logica delle scienze al fine di enuclearne i criteri normativi di scientificità (verificabilità e falsificabilità); mentre l’opposizione interna a questa egemonia ha saputo opporle esclusivamente uno storicismo sociologico (Thomas Kuhn e Paul Feyerabend); l’epistemologia francese ha conservato l’esigenza di razionalità delle scienze, ma interpretando la razionalità come emergenza, irruzione di novità nei quadri concettuali dati, discontinuità tra questi quadri. Evidentemente, l’indice evenemenziale della verità scientifica non può essere previsto o calcolato a priori, non può essere garantito da un dispositivo formale di validazione: la verità delle scienze può essere analizzata solo nei termini delle sue condizioni effettuali di apparizione. Ciò non implica tuttavia alcun “relativismo”: si tratta sempre, infatti, di considerare le scienze per ciò che esse producono di vero e di valido. Ma verità e validità vengono ricondotte alle pratiche effettive del loro instaurarsi, alle loro condizioni di esistenza all’interno di costellazioni singolari, e non sottoposte al giudizio di un tribunale metodologico. Si uniscono così storicizzazione della razionalità e immanentizzazione della verità.
Con la lettura marxiana di Althusser era questa epistemologia ad assumere un ruolo più direttamente politico di quanto non avesse in precedenza; e non solo perché ad essa era assegnato il compito di pensare lo statuto di verità della teoria di Marx, ma anche perché Althusser attirava l’attenzione sul significato rivoluzionario dell’apparizione delle verità scientifica nella storia. L’emergenza di una verità è sempre una rottura di schemi abituali, un accrescimento delle possibilità del pensiero, l’apertura di un nuovo rapporto con la realtà. D’altra parte, il legame tra le scienze ed i poteri, tra le scienze e la società, non era più visto in termini di strumentalizzazione o di menzogna: le verità scientifiche sono potenze efficienti in grado di esercitare degli effetti sui rapporti sociali, aprendo nuove possibilità di emancipazione ma anche nuove strategie di potere. Il gioco tra scienze e società appare dunque complesso e a volte indecidibile se non tramite un’analisi storica ed epistemologica – “archeologica”, avrebbe detto Foucault – in grado di ricostruire le concatenazioni singolari tra la produzione di un verità e i suoi effetti intra- ed extra-scientifici.
Lo scopo di questo convegno è quello di rendere omaggio a Louis Althusser riaprendo innanzitutto le problematiche aperte dalla sua lettura epistemologica di Marx, le problematiche tipiche dell’epistemologia francese (cui l’Associazione “Louis Althusser” ha dedicato una collana gemella di “Althusseriana”, “Epistemologia”). Abbiamo dunque deciso di dedicare una giornata di studi all’attualità delle scienze ed al modo in cui è possibile studiare l’emergenza storica dei concetti e delle teorie, dunque alla possibilità aperta dall’epistemologia francese di cogliere verità e razionalità come un atto ed un divenire; ed una seconda giornata ai complessi legami tra la razionalità scientifica ed il mondo extrascientifico dei rapporti sociali, dei poteri, delle istituzioni e delle ideologie. Queste scelte vorrebbero testimoniare di una congiuntura in cui affermare il valore della verità scientifica equivale immediatamente à “trattare un punto” politico (per riprendere un’espressione di Alain Badiou) e di conseguenza a compiere un atto di emancipazione dell’intelligenza, dichiarando quest’ultima capace di produrre delle verità tramite le sue proprie forze e di orientarsi a partire da esse. In un’epoca che sembra oscillare tra un’idea brutalmente strumentale e tecnocratica delle scienza, e la tentazione dell’irrazionalità e dell’oscurantismo, ci è sembrato urgente riscoprire uno stile di analisi in grado di mostrare il rapporto della ragion scientifica con la creatività del pensiero, l’emancipazione e la verità.
La giornata del 29 ottobre sarà dedicata a interventi sul tema “Scienze in atto, attualità delle scienze”; la giornata del 30 ottobre a interventi sul tema “Scienze e società”; la mattina del 31 ottobre a una tavola rotonda dedicata alla presentazione della nuova traduzione italiana di Per Marx.
Il convegno è organizzato, nell'ambito di una ricerca interuniversitaria di rilevante interesse nazionale, dall’unità di ricerca che fa capo al Dipartimento di Studi Storici dell’Università “Ca’ Foscari” di Venezia (responsabile Maria Turchetto), in collaborazione con l’Associazione culturale “Louis Althusser”.