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Spettri di Althusser

 

di Maurizio Ferraris


pubblicato in Il Sole 24 ore DOMENICA, 5 luglio 2009


 

Jacques Derrida, che era suo grande amico e che gli restò vicino sino all'ultimo, mi ha raccontato che una volta Louis Althusser (1918-1990) lo prese da parte nel suo ufficio all'Ecole Normale Supérieure, gli mostrò una carta del mondo, e gli disse: tu che vai sempre negli Stati Uniti, te li puoi prendere, ti do anche il Sudamerica e l'Europa occidentale. Io, che sono marxista, mi prendo l'Unione Sovietica, la Cina e tutti i paesi del Patto di Varsavia. Derrida non ricordava a chi, in questo Risiko speculativo, Althusser assegnasse l'Oceania, ma chiaramente erano i prodromi dell'eccesso di follia che lo portò, il 16 novembre 1980, a strangolare la moglie. L'evento ovviamente fece scalpore. Ricordo che Alberto Cavallari, in un articolo scritto a caldo sul "Corriere della sera", ci vedeva una sorta di vendetta postuma di Socrate, finalmente decisosi a uccidere Santippe. La storia sembrava venir fuori da un romanzo di Simenon. Possiamo immaginare Maigret che visita l'appartamento del 5° arrondissement e parla con il filosofo prostrato, mentre gli ispettori Janvier e Lucas interrogano Derrida, Foucault e Lévi-Strauss, magari con Lacan in veste di medico legale.

L'avvenire dura a lungo era il titolo, bellissimo, dell'intensa autobiografia (tradotta in italiano da Guanda) che Althusser scrisse dopo l'uxoricidio. Il passato, però, dura troppo poco, e favorisce l'oblio, o talvolta, come in questo caso, il ricordo selettivo, dove l'evidenza mediatica di un atto mette in ombra tutto il resto. Per fortuna scripta manent, e sotto questo profilo appare benemerita l'iniziativa di Maria Turchetto, che da qualche anno ha intrapreso, presso l'editore Mimesis, l'edizione completa delle opere di Althusser. Sono già usciti Per Marx e Leggere il Capitale, ancora interessanti in tempi che proprio Derrida aveva chiamato Spettri di Marx.