Jean Cavaillès (1903-1944)
Presentazione di Luca M. Scarantino

Nel gennaio 2007 uscirà nella collana Epistemologia l'edizione italiana del volume di Jean Cavaillès Sulla logica e la teoria della scienza, a cura di V.Morfino e Luca M.Scarantino. Diamo qui una breve presentazione dell'opera e del suo autore.

Di Jean Cavaillès, <<filosofo e combattente>> secondo la definizione della sorella Gabrielle Ferrières, lo studioso italiano, epistemologo, logico o storico delle matematiche, conosce in generale assai poco. E tuttavia, si tratta di una figura centrale nella cultura filosofica francese del Novecento.
Allievo dell'École Normale Supérieure, a lungo borsista in Germania, ove nel corso del 1931 mette a punto con Emmy Noether l'edizione del carteggio Cantor-Dedekind, già al momento di pubblicare i propri lavori sui fondamenti della matematica Cavaillès diviene un punto di riferimento per i maggiori matematici e logici francesi, da Cartan al giovane gruppo Bourbaki. Amico di Jacques Herbrand e Raymond Aron, Cavaillès mantiene contatti regolari con studiosi quali Fraenkel, Gentzen e Ackermann e contribuisce in maniera significativa, ma non meno critica, a far conoscere in Francia il dibattito sviluppatosi a partire dalle posizioni dell'empirismo logico del Wiener Kreis.
Docente a Strasburgo quindi alla Sorbona, quest'uomo di profonda spiritualità e sensibilità religiosa d'ispirazione protestante, che aveva conosciuto Husserl ed assistito a Davos, in occasione delle giornate franco-tedesche del 1929, al celebre incontro Cassirer-Heidegger, già all'indomani dell'armistizio franco-tedesco non esitò a mettere da parte le preoccupazioni di carriera per entrare nella clandestinità e diventare uno dei primi dirigenti della resistenza francese. Al centro di uno dei principali gruppi di resistenza nel Sud della Francia, poi a Parigi e nel Nord occupato, Cavaillès dirige a partire dal 1941 una cellula militare impegnata nell'azione di sabotaggio; arrestato nel settembre del 1942, evaso in dicembre quindi recatosi in missione a Londra da De Gaulle, è nell'agosto del 1943, in seguito a una delazione, che viene arrestato a Parigi dalla polizia tedesca e la sua rete, cui apparteneva anche la sorella, in gran parte smantellata. Ma mentre i suoi compagni vengono deportati in Germania, Cavaillès, trattenuto presso il comando tedesco, viene condannato a morte e fucilato nel febbraio del 1944.
È nel corso della prigionia trascorsa nel carcere di Montpellier durante la seconda metà del 1942 che Cavaillès compone il <<trattato di logica>> di cui da tempo parlava agli amici e che Georges Canguilhem e Charles Ehrensfeld pubblicheranno, a guerra finita, con il titolo Sur la logique et la théorie de la science. Le condizioni in cui il testo venne composto e conservato ne influenzarono la forma: se l'introduzione che Cavaillès intendeva anteporre al testo non venne mai scritta, il manoscritto stesso andò perduto nel corso di una perquisizione presso il domicilio della sorella; ed è solo grazie ad un secondo dattiloscritto affidato ad un'amica, privo però delle ultime annotazioni di Cavaillès, che esso poté vedere la luce, seppure in tale forma incompleta.
Che Cavaillès abbia voluto dedicare il proprio più impegnativo lavoro filosofico ad un'analisi della logica che governa il funzionamento ed il procedere della scienza non deve sorprendere. Sin dall'inizio dei suoi studi dottorali sotto la guida di Léon Brunschvicg, Cavaillès si concentra sullo studio delle forme attraverso cui, nel pensiero filosofico occidentale, si costituisce il piano di validità razionale del sapere (il piano dell'intelligible). In che modo e perché i <<concatenamenti>> razionali di cui si compone il discorso scientifico soddisfano la nostra esigenza di un discorso affidabile? In altri termini, in che modo funziona la scienza e perché noi la riconosciamo come valida? È questa la domanda centrale cui l'opera di Cavaillès intende rispondere, svolgendo un'analisi tutta immanente alle strutture proprie della scienza.
È nell'evoluzione della matematica che occorre studiare, giusto l'insegnamento dell'autore delle Étapes de la philosophie mathématique, l'evoluzione dei meccanismi di funzionamento della conoscenza e delle sue strutture più profonde e durevoli. È dunque alla crisi che, investendo i fondamenti della matematica, scuote anche le basi della logica contemporanea, che lo studioso deve rivolgersi. Donde, in primo luogo, l'attenzione per la teoria degli insiemi, su cui si focalizzano i primi lavori di Cavaillès, e lo sforzo per ricostruire gli assunti di fondo del formalismo e del <<metodo assiomatico>>, considerati come momenti centrali del pensiero logico e matematico contemporaneo.
Svolta l'analisi di tali movimenti, i cui risultati si trovano condensati nel carteggio Cantor-Dedekind e nei due scritti del 1938 Méthode axiomatique et formalisme et Remarques sur la formation de la théorie abstraite des ensembles, il <<trattato di logica>> fa seguito a tali scritti logico-formali concentrandosi su di un piano più direttamente filosofico. Cavaillès vi si impegna in una ricostruzione della logica della scienza, che al tempo stesso è ricostruzione della forma più astratta della razionalità: una logica nel senso di una Wissenschaftslehre, un'esplicazione del funzionamento della scienza e delle regole che presiedono alla determinazione della <<verità>> nel discorso scientifico.
Per far ciò, Cavaillès si muove lungo il solco che da Kant conduce a Bolzano e Husserl, analizzando il modo in cui il momento percettivo originario viene sussunto all'interno di una costruzione teorica logicamente strutturata, dunque formale e a priori. L'analisi di tale riduzione, che <<costringe>> il dato immediato nei meccanismi della razionalità logico-deduttiva, rendendolo significante, occupa gran parte del testo. La verità del discorso scientifico scaturisce infatti dal rapporto dialettico tra il momento intuitivo ed il piano della costruzione degli oggetti teorici; le forme razionali della deduzione e, in generale, della logica formale, esprimono tale trasposizione, ed in tale capacità di essa di produrre una costituzione trascendentale delle oggettività risiede uno dei grandi poli d'interesse di Cavaillès. Per noi che in Italia abbiamo appreso la lezione del razionalismo critico, tra gli altri, di un Preti, non è sorprendente l'identificazione tra specificità del discorso razionale e verità così come viene definita dalla logica del discorso scientifico; però la particolarità di Cavaillès consiste nello spingersi oltre la semplice constatazione di un rapporto, e nel cercare di ricostruire concretamente il meccanismo secondo cui i due piani logici si articolano, rendendo ragione della razionalità in sé, delle sue strutture, del suo procedere e delle cause ultime della sua validità: l'âme de la science, il suo Geist.
È dunque senza grande fatica che si immaginerà la complessità e tecnicità del testo, in alcuni passaggi veramente arduo, ma in cui Bachelard ritrovava <<un'autentica grandezza>> e <<una bellezza astratta che si fa sempre più rara ai nostri giorni>>. Presentando il testo al lettore italiano contravveniamo del resto alle prescrizioni dello stesso Bachelard, che raccomandava di affrontarlo solo dopo aver approfondito il resto dell'opera matematica di Cavaillès. Tuttavia, aggiungeva, il volume <<consente una lettura separata>>: il suo valore filosofico oltrepassa infatti le condizioni della sua genesi, ed in qualche modo si distacca dalla riflessione che lo precede, laddove il ricorso alle matematiche diviene luogo di esame delle strutture della razionalità astratta (dunque pura).

BIBLIOGRAFIA

Presentiamo qui i principali lavori introduttivi al pensiero e all'opera di Jean Cavaillès

1) Principali scritti di Jean Cavaillès

<<L'École de Vienne au Congrès de Prague>>, Revue de métaphysique et de morale, XLII, 1935, pp.137-149.

Briefwechsel Cantor-Dedekind, hrsg. von E.Noether und J.Cavailès, Paris, Hermann, 1937.

Méthode axiomatique et formalisme, Paris, Hermann, 1938.

Remarques sur la formation de la théorie abstraite des ensembles, Paris, Hermann, 1938.

<<Du collectif au pari>>, Revue de métaphysique et de morale, XLVII, 1940, pp.139-163.

<<La pensée mathématique>>, discussion avec Albert Lautman (4 février 1939), Bulletin de la Société française de philosophie, t.XL, 1946.

Transfini et continu, Paris, Hermann, 1947.

Sur la Logique et la théorie de la science, Paris, PUF, 1947.

Tutti gli scritti citati si trovano ora riuniti in

J.Cavaillès, Oeuvres complètes de philosophie des sciences, Paris, Hermann, 1994

Ad essi va aggiunto:

Albert Lautman, Nouvelles recherches sur la structure dialectique des mathématiques, Introduction de Jean Cavaillès et Raymond Aron, Paris, Hermann, 1939.

2) Principali scritti su Jean Cavaillès

G.FERRIèRES, Jean Cavaillès, philosophe et combattant, avec une postface de G.Bachelard, Paris, PUF, 1950; réed. Jean Cavaillès, un philosophe dans la guerre, Paris, Seuil, 1982.

G.-G.GRANGER, <<Jean Cavaillès ou la montée vers Spinoza>>, Études philosophiques, 1947, pp.271-279.

G.CANGUILHEM, Vie et mort de Jean Cavaillès, P.Laleure, 1976, réed. in Oeuvres complètes..., pp.665-682.

ID., <<Une vie, une oeuvre. 1903-1944, Jean Cavaillès, philosophe et résistant>>, in Oeuvres complètes..., pp.683-686.

B.HUISMAN, <<Cavaillès et Spinoza>>, Actes du Colloque <<Spinoza au XXe siècle>>, éd. par O.BLOCH, Paris, PUF, 1993, pp.70-87.

H. SINACEUR, <<L'épistémologie de Jean Cavaillès>>, Critique, 461, 1985, pp.974-988.

ID., <<Structure et concept dans l'épistémologie mathématique de Jean Cavaillès>>, Revue d'histoire des sciences, XL, 1987, pp.5-30.

ID., Jean Cavaillès, philosophie mathématique, Paris, PUF, 1994.

L.M.SCARANTINO, <<Jean Cavaillès, filosofo e matematico>>, Informazione Filosofica, 29, 1996, pp.52-53.

J.SEBESTIK, <<Postface>> à J.C., Sur la Logique et la théorie de la science, Paris, Vrin, 1997, pp.91-142 (con una ricca bibliografia delle opere di e su J.C.).