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Ideologia e apparati ideologici di Stato. Althusser nella filosofia politica di oggi
Fabrizio Cirillo
Il seguente è un estratto della mia tesi
di laurea triennale conseguita presso l’Università Federico II di Napoli in
“Storia delle dottrine politiche”, nella quale ho affrontato il tema degli
Apparati Ideologici di Stato. I punti chiave del lavoro da me svolto sono: “Cosa
sono gli Apparati ideologici di Stato”, di cosa si alimenta “L’ideologia”, e le
“Conclusioni” alle quali sono giunto.
Considero l’argomento althusseriano degli AIS estremamente attuale, come si
evince osservando l’influenza che seguitano a esercitare sugli individui,
modificandone di conseguenza il comportamento, inducendoli a sottomettersi e
preservare l’ideologia funzionale alla classe dominante e ai rapporti di
produzione a essa affini. Discutere oggi di ideologia e di apparati a essa
funzionali credo sia fondamentale per interpretare la realtà che ci circonda,
analizzare come si siano evoluti e i mezzi tramite cui l’ideologia dominante
riesce a imporsi sulla società. Svelarne i meccanismi restituisce all’individuo
la possibilità di assumere delle distanze, di fuoriuscire dall’ideologia e
conquistare un nuovo spazio di manovra privo di costrizione.
Nello svilupparsi dell’elaborato descrivo parte del pensiero del filosofo
francese e l’inevitabile confronto con chi ha già affrontato temi relativi a
tale argomento o con temi che possano aiutarne la comprensione. Se dovessimo
immaginare uno schema riassuntivo potremmo ricorrere a una classica mappa
concettuale, al cui inizio è posta una domanda fondamentale: “Esistono oggi gli
Apparati Ideologici di Stato?”, la cui risposta necessita d’un percorso
articolato, teso a fornire al lettore tutti gli elementi necessari. Cosa siano,
quali siano e come funzionino, saranno i primi argomenti dai quali trarre una
definizione esaustiva di Apparato Ideologico di Stato; una volta desunta,
verificheremo se è possibile o meno applicarla alla realtà attuale. Per
riuscirvi, sarà però necessario capire come l’ideologia si muova in questo
scenario, poiché essa è degli apparati l’asse portante e solo dopo averne
analizzata la struttura e il suo rapporto con la realtà, la sua effettiva
esistenza o la sua assenza, potremo avviarci alla risposta. Ho condotto questo
lavoro seguendo un orizzonte ben preciso, tracciato da Althusser nel corso delle
sue opere: fondamentale sarà non solo il riferimento a queste ma anche a chi le
ha studiate, pertanto saranno esposte idee e concetti chiave di chi ancora oggi
ne discute l’attendibilità e l’attualità.
- Cosa
sono gli Apparati Ideologici di Stato
“Noi chiamiamo Apparati
Ideologici di Stato un certo numero di realtà che si presentano all’osservatore
immediatamente sotto forma di istituzioni distinte e specializzate” (Althusser);
veri e propri organi già costituiti che gli individui devono necessariamente
attraversare. L’individuo che si muove nella società vi trova, in essa, tali
organi formati prima del suo arrivo, la cui esistenza è scontata e la cui
funzione formale ne cela un’altra a servizio della classe dominante. La funzione
formale varia in base al singolo apparato, ma tutte tendono a una funzione di
fondo univoca: far sì che i rapporti di produzione possano riprodursi attraverso
l’uso dell’ideologia della classe dominante. Gli AIS fanno sì che l’ideologia
venga accettata dall’individuo in maniera talmente assoluta che possa sembrare,
all’individuo stesso, l’unica possibile, frutto della sua stessa coscienza.
Accanto a tali apparati ne troviamo uno distinto ma sempre funzionale allo
Stato: l’apparato repressivo di Stato.
L’elenco proposto nel secondo capitolo, tratto dal testo “Freud e Lacan” di
Althusser, benché sicuramente limitato è comunque utile al fine di comprendere
come sono presenti e come materialmente agiscono gli AIS. Per ognuno di loro si
descrive la duplice funzione: quella formale singolare e quella funzionale allo
Stato e quindi alla classe dominante; è questa funzione assolve lo scopo di
riproduzione dei rapporti di produzione.
Gli Apparati Ideologici di Stato differiscono da quello repressivo per il loro
uso prevalentemente ideologico. Sarà bene quindi, prima di procedere, capire in
cosa consiste l’ideologia nell’ottica marxista e il suo rapporto con la classe
dominante. “L’unità tra i differenti Apparati Ideologici di Stato viene
assicurata dall’ideologia dominante, quella della classe dominante, che, per
rendere conto dei suoi effetti, dobbiamo chiamare l’ideologia di Stato.”
- L’ideologia
come carburante degli apparati
“Un’ideologia è un sistema di
rappresentazioni dotate di un’esistenza e di un ruolo storici all’interno di una
determinata società”. Questa è una prima definizione che Althusser fornisce di
Ideologia. Da questa definizione possiamo vedere il carattere strutturale che
l’ideologia ha, essendo essa un sistema composto da più rappresentazioni è
quindi un organismo plurale. Giacché le rappresentazioni che costituiscono
l’ideologia hanno una storicità potrebbe discendere l’ipotesi che anche
l’ideologia abbia una storia. Tesi che andrebbe a opporsi a quanto sosteneva
Marx nell’Ideologia Tedesca, dove appunto si descrive l’a-storicità
dell’ideologia: “Anche le immagini nebulose che si formano nel cervello
dell’uomo sono necessarie sublimazioni del processo materiale della loro vita,
empiricamente constatabile e legato a presupposti materiali. Di conseguenza la
morale, la religione, la metafisica e ogni altra forma ideologica, e le forme di
conoscenza che a esse corrispondono, non conservano oltre la parvenza
dell’autonomia. Esse non hanno storia, non hanno sviluppo, ma gli uomini che
sviluppano la loro produzione materiale e le loro relazioni materiali
trasformano, insieme con questa loro realtà, anche il loro pensiero e i prodotti
del loro pensiero. Non è la coscienza che determina la vita, ma la vita che
determina la coscienza.” In questo passo, estrapolato da Marx, è esposto un
concetto chiave di tutta la sua filosofia, ovvero il reale soggetto della
storia, gli individui che si muovono nella realtà modificandola e traendo da
questa la loro coscienza. I pensieri sono un prodotto secondario legato alle
condizioni materiali entro le quali gli uomini crescono. La storia è storia dei
rapporti di produzione che sono fondamento della struttura materiale, della
realtà. “Là dove cessa la speculazione, nella vita reale, comincia dunque la
scienza reale e positiva.”
Althusser ritiene che le ideologie abbiano una storia, (storia della religione,
della morale, della politica etc.), nel loro senso plurimo, nella loro funzione
di sistema, ovvero si stratificano accumulandosi nell’uomo e rispondono a
un’ideologia generale, vale a dire quella di Stato. Al contempo sostiene che
l’ideologia in generale non ha una storia, ma in senso positivistico abbia un
carattere “onnistorico”, eterno, se per eterno non s’intende trascendente tutta
la storia, ma onnipresente.
- Conclusioni
Nel corso di questo lavoro è stato
analizzato un sistema complesso di istituzioni materiali e ideologiche che
intervengono direttamente sulla vita dell’individuo influenzandone il pensiero.
La loro esistenza è dovuta alla necessaria riproduzione dei rapporti di
produzione esistenti nella società dove gli AIS agiscono. Nel terzo capitolo
sono stati descritti, caso per caso, i vari AIS che Althusser individuò nel
corso dei suoi studi, come siano funzionali al loro scopo e come si
sovrappongano entrando talvolta in conflitto tra essi. Quali che siano le loro
funzioni, il loro rapporto con l’ideologia e la classe dominante, le idee della
classe dominante si impongono sulla sfera culturale di chi è dominato.
Necessario il passaggio inerente l’ideologia, ovverossia il rapporto immaginario
che l’uomo ha con le sue condizioni di esistenza, mezzo tramite cui gli apparati
ideologici di Stato agiscono sugli individui.
Nel quarto e ultimo capitolo si è
effettuato l’ultimo fondamentale passaggio per rispondere alla domanda iniziale.
Dato che gli AIS dipendono dall’ideologia bisogna capire se oggi ha senso
parlare di ideologia e, nel caso, capire quale essa sia. Si è tentato, tramite
le diverse risposte, di valutare i possibili scenari fra i quali scegliere
quello che meglio rispecchia la realtà in cui oggi ci troviamo immersi.
Infine, è possibile rispondere alla
domanda posta all’inizio, ovvero se questi AIS esistano effettivamente. Certo,
alcuni di essi si sono evoluti, come quello scolastico che ha soppiantato la
funzione di quello religioso nell’ambito educativo, altri si sono aggiunti, come
la comunicazione, o meglio la telecomunicazione, i cui mezzi sono potentissimi e
invasivi, ma il fatto che siano ancora presenti è indubbio, come pure che la
loro funzione è ancora indispensabile alla struttura economica che salvaguardano
e riproducono. Permane ancora oggi immutato nella sua validità il discorso
gramsciano sull’egemonia culturale, luogo dove avviene parte dello scontro
sociale. Althusser aveva smontato, in piccole sezioni, un sistema complesso che
per Gramsci era unitario: tutti gli apparati ideologici di Stato formano la
sfera culturale; imporre il proprio dominio su essa garantisce, a chi ne detenga
il controllo, di poter imporre le proprie idee tramite l’ideologia così da
impedire o rallentare l’effettiva presa di coscienza da parte di chi è dominato.
Oggi possiamo notare le evoluzioni dello stesso sistema economico che ha portato
alla nascita di altri AIS, adiuvati dal supporto tecnologico che ha ridotto ogni
distanza, accentuato alcune differenze e omologato, in maniera funzionale al
sistema, l’individuo, facendogli accettare passivamente la sua funzione di
consumatore. Il sistema scolastico è divorato dalle privatizzazioni e sottomesso
alle esigenze del mercato del lavoro; quello giuridico ha ceduto il passo
dinnanzi gli interessi di chi manovra ingenti capitali a scapito di chi aveva
subìto evidenti torti; come pure quello sindacale, la cui funzione sembra
essersi ridotta oggi ad accettare le condizioni meno peggiori per la categoria
rappresentata e non più condurre l’effettiva lotta politica di cui doveva farsi
carico. L’ideologia, che è il carburante degli AIS, oggi esiste ed è più
aggressiva di quando si palesava chiaramente; è più sottile e penetra più
facilmente in quelle brecce che fanno dell’uomo un essere umano, facendogli
delle volte accettare la dicotomia funzione/individuo, rendendo quest’ultimo
insensibile a ciò che è chiamato a compiere nell’adempimento della sua funzione.
Per esempio, nei CDA gli unici a essere tutelati sono gli azionisti, il
capitale, e le ripercussioni sulle vite umane di alcune decisioni sono solo
effetti collaterali; la funzione, salvaguardare gli azionisti, resta intatta,
mentre l’individuo, incarnato dalla responsabilità morale di ciò che accadrà al
di fuori del capitale, non è più considerato.
Non c’è stata rottura o un drastico
intervento strutturale da quando gli AIS sono stati teorizzati e svelati. La
loro presenza testimonia l’esistenza della struttura reale odierna, l’attuale
sistema economico, che salvaguardano: esistono perché esiste una determinata
struttura; solo sovvertendo questa, gli AIS possono essere distrutti; se solo
una delle loro macerie dovesse continuare a esistere, anche dopo l’abbattimento
della struttura, tali macerie tenteranno di ricostruire l’apparato di cui
facevano parte. Perché l’abbattimento della struttura sia possibile, è
necessario studiare gli AIS, svelarne i meccanismi, in modo da far emergere
l’ideologia che supportano e sottendono, e solo allora potrà essere sovvertita e
demolita, e con essa i suoi apparati ideologici di Stato.”
“Ideologia e apparati ideologici di Stato. Althusser nella filosofia politica oggi” di Fabrizio Cirillo. (Per eventuali chiarimenti o altri estratti : fabrisponde@libero.it)