LA RICEZIONE CRITICA DI ALTHUSSER IN ITALIA
SAGGIO BIBLIOGRAFICO: 1949-2004.
(INDICE RAGIONATO)

Crtistian Lo Iacono

1. L'oggetto della ricerca
La proposta di un saggio bibliografico vuole ottemperare ad un'esigenza elementare nell'ambito della ricerca storico-filosofica, ossia l'esigenza di presentare le basi documentarie, le fonti, che permettano di ricostruire scientificamente una vicenda storica.
La vicenda di cui intendo qui dare conto è la diffusione e la ricezione critica in Italia dell'opera del filosofo francese Louis Althusser (1981-1990). L'arco di tempo di questa storia va dalla pubblicazione della prima recensione ad un'opera di Althusser dedicata a Montesquieu da parte di Norberto Bobbio nel 1959, alla fase attuale, di riscoperta dei testi althusseriani, inaugurata dalle iniziative editoriali come quelle dell'Associazione culturale "Louis Althusser", o della casa editrice del quotidiano Il manifesto, la "Manifestolibri".

2. Le fonti
È naturale che, dato l'oggetto della ricerca, quelle che solitamente sono considerate delle fonti secondarie, indirette, assumano un rilievo "quasi-primario". Intendo dire che le Bibliografie di settore (la Bibliografia filosofica italiana(1), e la International Bibliography for Philosophy(2), sono il punto di partenza naturale per la ricostruzione della bibliografia di Althusser. Da queste si desume l'esistenza, ad oggi, di tre saggi bibliografici pubblicati in Italia, e aventi per oggetto la ricezione di Althusser:

· Pieri S., "Althusser in Italia", Aut Aut 1973 ; 135:93-110.

· Pogliani F., "Dopo Althusser, per Althusser (Bibliografia 1959-1978)", Materiali filosofici 1979 ; n.s. 1:1-22.

· Quarta A., "Scienza e filosofia in Louis Althusser. Bibliografia degli scritti: 1949-1982", Il Protagora 1982 ; 2:1-123.

Anche questi testi, dal punto di vista bibliografico, assumono un rilievo "quasi-primario", pur non essendo - ovviamente - fonti primarie dal punto di vista del contenuto storico-filosofico e tanto meno teorico(3).
Il lavoro sulle fonti successive al 1982 dovrà assumere un metodo differente. Mentre fino al 1982 si potrà costruire una bibliografia integrando la BFI e la IBPH con i tre saggi bibliografici sopraccitati, dal 1983 ad oggi manchiamo di contributi che possano integrare le fonti bibliografiche ufficiali. Comincerà quindi un secondo genere di lavoro, che rappresenterà la parte originale di questo saggio bibliografico.
Articoleremo la seconda parte del lavoro sulle fonti come segue. La BFI e la IBPH rimarranno a costituire l'ossatura attorno a cui si andrà costruendo la bibliografia. Ad essa si aggiungerà un nuovo strumento: l'OPAC di SBN (4) (limitatamente a quel che concerne le pubblicazioni monografiche). La consultazione dell'OPAC, da svolgere prima di rivolgerci ai documenti "in carne e ossa", non ci fornirà altro che "informazioni sui documenti", permettendoci di integrare scientificamente la bibliografia almeno per quel che riguarda le monografie, in quanto è di principio impossibile che un libro moderno pubblicato in Italia non vi sia censito (5).
Seguirà finalmente la consultazione diretta delle fonti, strumento che servirà ancora alla prima fase di raccolta delle informazioni, cioè all'ampliamento e alla verifica dell'esattezza dei riferimenti bibliografici. Ma con esso si farà già un primo passo verso l'analisi contenutistica e la ricostruzione storico-filosofica.

3. Problemi di metodo. Sul concetto di ricezione
Una parte del lavoro consisterà nell'inquadramento teorico del problema della "ricezione". In via del tutto provvisoria, per stabilire un criterio di selezione nel vasto materiale disponibile, mi sembra che si possano dare due definizioni-limite. Secondo una prima definizione, "ristretta", per ricezione si può intendere la letteratura critica su un autore, prodotta dai lettori "esperti" di un determinato ambito culturale (nazionale, linguistico, ideologico, religioso, ecc.). Dall'oggetto che ci siamo dati, ovvero "La ricezione di Althusser in Italia", discenderebbe un numero comunque consistente di riferimenti ad articoli, recensioni, saggi o parti di saggi, interventi a convegni, tesi di laurea ecc.
Secondo una seconda accezione, "allargata", per ricezione potrebbe intendersi, oltre a tutto quello che abbiamo già detto, 1), tutto ciò che di un determinato autore è stato tradotto, ma anche, 2), tutto ciò che è disponibile in Italia, ivi comprese le opere non tradotte dello stesso autore e le opere non tradotte su di lui. Con buone ragioni, chi sostenesse questa tesi potrebbe osservare che la traduzione è un momento della ricezione, addirittura è il momento in cui il discorso di un determinato autore entra a far parte del patrimonio della lingua e della cultura ospite. Ma prim'ancora, si potrebbe dire, fenomeni come l'acquisto da parte di una biblioteca, diciamo una biblioteca universitaria, presuppongono un processo selettivo, una decisione motivata da interessi determinati. La costruzione di un determinato archivio del sapere non è mai un processo neutro, per quanto possa essere il frutto di diverse volontà individuali e di diversi interessi, scientifici o extrascientifici. Del resto, si presume che un libro tradotto e pubblicato, o un libro acquistato, non restino "lettera morta", ma che siano appunto recepiti dal lettore, che siano cioè, usati.
Per ricezione critica intendiamo quindi non la mera disponibilità di un testo, bensì quei fenomeni di risonanza, testimoniati dalle traduzioni, dalle recensioni, dai saggi, e, se avessimo a disposizione gli strumenti ed il tempo per farlo, dalle citazioni(6)
La nostra scelta sarà per ora la seguente: escludere dalla bibliografia i testi ]di e su Althusser non tradotti in italiano, anche se virtualmente disponibili in Italia. Il principio ordinatore della nostra selezione consisterà non nella mera disponibilità di un testo ma nell'effettiva e documentabile presenza nel dibattito italiano: ricezione come produzione di effetti.

4. Il dibattito italiano dagli anni ottanta ad oggi
Prima di fornire la bibliografia, prodotta secondo i criteri indicati sopra, sarà necessario fare un breve inquadramento storico-filosofico della letteratura althusseriana (primaria e secondaria) all'interno del dibattito italiano. Cercheremo di definire gli ambiti in cui fu discusso il pensiero di Althusser (vi accenniamo solo: il marxismo teorico, in primo luogo, interessato a difendere le istanze storicistiche e umanistiche di ascendenza gramsciana, ma anche le posizioni dellavolpiane in tema di statuto della scienza marxiana; in secondo luogo, alle tesi strutturalistiche di Althusser, risposero quegli interpreti di formazione cattolica o neoilluministica, intenti a "salvare" l'uomo e il concetto metafisico di libertà). Definiremo velocemente le poste in gioco nel dibattito degli anni sessanta-settanta e la loro differenza rispetto a quanto avviene dagli anni ottanta in poi. Cercheremo insomma di individuare le continuità e le discontinuità nel dibattito italiano su Althusser, la resistenza o la caducità delle sue tesi e la loro ripresa successiva attraverso gli anni. Ci chiederemo chi erano e chi sono i lettori italiani di Althusser, su cosa lo interrogavano, a cosa Althusser "serviva" loro e a cosa "serve" eventualmente, oggi.
In questa ricostruzione storico-filosofica sarà proprio il tema della "sopravvivenza" o del "ritorno" ad Althusser ad essere sviluppato particolarmente. Bisogna quindi situare, sul piano storiografico, un punto oltre il quale i concetti di "sopravvivenza" e di "ritorno" hanno un senso. In base ad una serie di evidenze (biografiche, storiche, politiche, e di conseguenza anche bibliografiche), tutte drammaticamente concorrenti, come in uno schema destinale prefissato, siamo certi di poter affermare che il torno di tempo tra fine anni settanta e primi anni ottanta rappresenta il punto di minore fortuna nella diffusione del pensiero di Althusser, e non solo nel panorama filosofico italiano.
L'esistenza di tre saggi bibliografici, l'ultimo dei quali si ferma al 1982 non giustificherebbe di per sé tale scelta, ma se aggiungiamo a questo dato "tecnico" quanto appena detto, ci sembra giustificato l'intento di "ripartire" con una rassegna più approfondita della letteratura althusseriana dagli anni ottanta a oggi.

5. Bibliografia
La ripartizione della bibliografia rispecchierà nient'altro che la classica distinzione tra letteratura primaria (le opere di Althusser tradotte e pubblicate in Italia) e letteratura secondaria (le letture critiche pubblicate in Italia, sia che si tratti di autori italiani sia che si tratti di autori non italiani). La letteratura primaria e secondaria può essere suddivisa e articolata in diverse maniere. Innanzitutto sotto l'aspetto formale può essere distinta la produzione pubblicata sui periodici da quella pubblicata sulle monografie. Tale distinzione va tenuta presente in considerazione della diversa "velocità" che il veicolo "periodico" (o, in termini tecnici "seriale") ha rispetto al veicolo "libro", e la velocità, o meglio il "fattore di impatto" possono avere avuto un peso determinante dal punto di vista della ricezione delle idee (un esempio: il fondamentale saggio su Ideologia & A.I.S., fu pubblicato nel 1970 sulla rivista "Critica marxista" e solo nel 1977 su libro). Tuttavia dal punto di vista storiografico presente, e non del dibattito filosofico di allora, questa differenza di impatto perde il peso che aveva nel momento del suo prodursi. (Per continuare con l'esempio, se qualcuno avesse scritto un saggio bibliografico nel 1977, probabilmente avrebbe dovuto tener conto della differenza, data dal fatto che lo stesso scritto fosse comparso dapprima su una rivista dell'allora Partito Comunista Italiano, alimentando un dibattito interno all'élite culturale di quello stesso partito oltre che di un ristretto numero di "esperti", e poi fosse stato pubblicato in volume, per un pubblico sicuramente più vasto. Per quanto riguarda la letteratura primaria, saranno elencati in un'unica sezione, la I, i testi di Althusser pubblicati su periodici e su volume, seguendo il semplice ordine cronologico.Per quanto riguarda la letteratura secondaria, oltre alla ripartizione formale (bibliografica in senso stretto), per cui suddivideremo la bibliografia in II/A (periodici) e II/B (monografie), potrebbero essere tenuti distinti i saggi dalle recensioni, oppure le monografie su Althusser dalle monografie in cui uno o più saggi su Althusser si inseriscono nel dibattito su un tema specifico (ad es. la storia del marxismo, o l'epistemologia delle scienze umane, e via discorrendo). Ma tali ulteriori criteri di ripartizione, non farebbero che appesantire e rendere di più difficile consultazione la bibliografia? Inoltre, nella ricostruzione storica di un dibattito, l'ordine cronologico non ha un'importanza maggiore rispetto all'ordine formale? Sembra quindi preferibile in definitiva, un ordinamento strettamente cronologico.

6. Indici
Per rendere facilmente consultabile la bibliografia saranno forniti i seguenti indici:

· Indice degli autori (che permette di conoscere il nome di tutti/e coloro i/le quali hanno scritto su Althusser in Italia e di risalire ai documenti attraverso i nomi). Fa eccezione il nome "Althusser".

· Indice delle riviste (che permette a chi volesse recuperare gli articoli di organizzare agilmente il lavoro di consultazione).

· Indice degli argomenti (solo quelli estraibili dal titolo del documento). Fa eccezione, ovviamente l'argomento "Althusser".

I primi due indici saranno generati in maniera automatica mediante l'estrazione del nome, o del titolo della rivista o dell'argomento da un foglio di calcolo appositamente predisposto. Il terzo sarà generato in maniera semiautomatica, mediante interrogazione del foglio di calcolo ma anche utilizzando valutazioni di tipo contenutistico sui documenti. Ogni riferimento sarà individuabile mediante un codice numerico (ad es. Indice degli autori: Badaloni, N.: 67003, 67004, 68002, 68003).