1) XX volume dell'edizione accademica, Berlin 1942, trad. it. Bemerkungen. Note per un diario filosofico, Roma 2001.
2) Più che negarlo, Rousseau lo sposta da origine antropologica a tappa intermedia fra l'affermarsi della divisione sociale del lavoro e l'introduzione del "patto iniquo". Non è condizione creaturale dell'umanità, ma prodotto bellicoso della diseguaglianza, come del resto in Hobbes era una metafora delle concretissime guerre di religione.
3) Trad. it. Saggio sull'origine delle lingue, Torino 1989, pp. 16 e 54.
5) Tale radicale innovazione giuridica comporta altresì che non esista un rapporto bilaterale fra popolo e governo, ma il governo scaturisca come commissione esecutiva, sempre revocabile, dal potere legislativo del popolo sovrano.
6 )Montesquieu, la politica e la storia, trad. it. Roma 1995, pp. 59-60.
7) A. Negri, Spinoza sovversivo, cap. 2 (1986), in Spinoza, Roma 1998, pp. 301 e 305.
8) La caduta nell'esteriorità si manifesta al quadrato nella rappresentazione teatrale: qui il vizio della mediazione è potenziato dalla maschera dell'attore, il cui mestiere è di fingere, e dagli effetti sociali dello spettacolo come occasione di incontro e confronto sociale, illusione di comunione ma realtà di isolamento, peggio di sperpero e di degrado.
9) G. Maranini, La Rivoluzione francese nel "Moniteur", Milano 1962, p. 205-206.
10) Il punto cruciale è ovviamente C.S. I 6 "Trovare una forma di associazione che protegga e difenda con tutta la forza comune la persona e i beni di ciascun associato, mediante la quale ognuno unendosi a tutti non obbedisca tuttavia che a se stesso e resti libero come prima".
11) Senza una conoscenza diretta Rousseau riprende non solo le tematiche della Città virtuosa di al-Fârâbî (che, dopo tutto, erano sviluppi circostanziali della Repubblica platonica, peraltro con un forte accento sull'innovazione carismatica), ma anche il loro rovescio, ben espresso nel Regime del solitario di ibn Bâjja (Avempace): il ruolo sovversivo e insulare del saggio costretto a vivere in un regime corrotto, a estraniarsene oppure a combatterlo unendosi ad altri come lui. Perfetta metafora dell'oscillazione fra stato ideale totalizzante e chiusura individuale, esilio su questa terra ingrata, il cui avvenire sarebbe stato la formazione di un'élite internazionale di rivoluzionari sradicati.
12) Trad. it. in Sul materialismo aleatorio, Milano 2000, pp. 85 sgg.
13) Anche la festa popolare, contrapposta al teatro nella citata lettera a d'Alembert, ha al centro uno spazio vuoto, una rappresentazione assente: "che cosa vi si mostrerà? Niente, se si vuole". Secondo il commento di Starobinski La trasparenza e l'ostacolo, 1971, trad. it. Bologna 1982, pp. 159-161) , peraltro diverso dall'approccio althusseriano, ci troviamo qui di fronte a un'illusione comunitaria senza contenuto, dove cade la separazione scenica per il fatto che ognuno è allo stesso tempo spettatore e attore e si realizza un'identificante autoevidenza, la trasparenza totale, appunto, di un "nulla" che è "ambiente ottico della trasparenza", ritorno a sé dell'essere, bruciata magicamente ogni mediazione.