[1] Vedi L. Tomasetta, Stratificazione e classi sociali - Sociologia e marxismo, Il Saggiatore, Milano, 1974, pp.13-26, 102, 270, 298-306, 349.
[2] "Je vois que vous avez fait une part hors de proportion à mes essais philosophiques...Je suis confus de vous voir les évoquer et discuter avec tant de soin. Ce n'étaient que des interventions de circonstances, souvent délibérément provocantes par certaines de leurs formules (il fallait être provocant en France en 65 ! pour <<courber le baton dans l'autre sens afin de le redresser>> comme dit Lénine ), et, comme vos remarques critiques le montrent bien, ne manquant pas de faiblesses".
[3] Cfr. di C.Luporini, Nota introduttiva a L.Althusser, Per Marx, Editori Riuniti, Roma, 1969, p. VII.
[4] "La questione se al pensiero umano spetti una verità oggettiva, non è questione teoretica, bensì questione pratica. Nella prassi l'uomo deve provare la verità, cioè la realtà e il potere, il carattere immanente del suo pensiero. La disputa sulla realtà o non realtà del pensiero - isolato dalla prassi - è una questione meramente scolastica (K.Marx, II glossa delle "Tesi su Feurbach", in "Opere scelte", Editori Riuniti, Roma 1969, p. 188).
[5] Intervento apparso sullo stesso "Il Manifesto" col titolo Enfin la crise du marxisme! Il testo inedito di Marx dans ses limites è stato pubblicato, dopo la sua morte, da François Matheron nella raccolta Écrits philosophiques et politiques, Stock/Imec, Paris 1994, tome I. Vedere adesso la traduzione italiana, a cura di Fabio Raimondi, L. Althusser, Marx nei suoi limiti, Mimesis, Milano, 2004.
[6] Ho preferito tradurre con "economismo" e non col più usato "economicismo", perché soltanto il primo sostantivo sta anche per "irrigidimento dogmatico del materialismo storico" (vedi in De Mauro, Grande Dizionario dell'Uso della Lingua Italiana, UTET, Torino).
[7] Fra queste, rilevante il contributo dato da Maria Turchetto col suo Dall'"operaio massa" all' "imprenditorialità comune": la sconcertante parabola dell'operaismo italiano", in InterMarx <http://www.intermarx.com>, dove si possono ricostruire anche le posizioni di Panzieri, Tronti, Alquati, Negri, ecc. (l'articolo è stato pubblicato in francese con il titolo De "l'ouvrier masse" à l'"entrepreneurialité commune": la trajectoire déconcertante de l'operaïsme italien, in Jaques Bidet, Eustache Kouvélakis (a cura di), Dictionnaire Marx Contemporain, Presses Universitaires de France, 2001, pp. 295-306.
[8] Per un approfondimento del concetto di "letargia di classe", cfr. il mio: Le classi? Tra gli intrecci dei mercati e i codici dell'informatica, in AA.VV Classi e movimenti in Italia 1970- 1985", Laterza, Bari, 1986, pp 279-301.
[9] L.Althusser, Dal "Capitale" alla filosofia di Marx, in L.Althusser e E.Balibar, Leggere il Capitale , Feltrinelli, Milano, 1971, p. 47.
[10] Per un ulteriore approfondimento su questo tema, vedere anche la pregevole introduzione di Fabio Raimondi L'Impensabile Politica di Althusser a L. Althusser, Marx nei suoi limiti, cit., pp.30-31.
[11] Per il lettore che voglia avere una visione riassuntiva del quadro teorico marxiano qui richiamato, rinvio al mio Stratificazione e classi sociali, sociologia e marxismo cit., in particolare alle pp.312-327.
[12] Accade nella Nota su la critica del culto della personalità , quando, nella foga della polemica contro la coppia "economismo/umanesimo", Althusser ripropone la profezia de Il Manifesto del Partito Comunista sull'abolizione delle classi "con l'affrancamento della classe operaia". E dire che nella nota 34 aveva richiamato il passo in cui Lenin afferma "Le classi sono rimaste e rimarranno durante l'epoca della dittatura del proletariato". E' doveroso altresì ricordare che, a distanza di cinque anni, attraverso il suo secondo intervento sul quotidiano italiano "Il Manifesto" del 4 aprile 1978, lo stesso Althusser preciserà che il comunismo non è una meta, ma una tendenza "aperta a tutte le sorprese" che hanno caratterizzato le lotte del movimento operaio. (cfr. sullo stesso argomento l'introduzione di F. Raimondi a Marx nei suoi limiti, cit., pp.13-14).
[13] Sul concetto di surdeterminazione vedi anche Per Marx, cit., pp. 69-107.
[14] L'auto-organizzazione a cui si riferisce Laborit è quella che scaturisce dalla sintesi di due tipi di informazioni che danno vita alla memoria di un organismo vivente: l'"informazione struttura", proveniente dal codice genetico e, in quanto tale, prevalentemente deterministica e l'"informazione circolante ", proveniente dall'ambiente e perciò prevalentemente aleatoria, entrambe sostenute da una molteplicità di input. Una sintesi dunque che nasce dallo scambio interno-esterno, che caratterizza ogni sistema complesso, compresa perciò la società. (Vedi di H.Laborit, L'inhibition de l'action, Masson, Paris, 1979, in particolare i capitoli I e IV, pp.1-14 e 89-130).
[15] Vedi in "Quaderni Rossi", n. 4, p. 270.
[16] "L'esplorazione sistematica della natura per scoprire nuove proprietà utili delle cose; lo scambio universale dei prodotti di tutti i climi e di tutti i paesi; la nuova (artificiale) preparazione degli oggetti naturali, mediante la quale si conferiscono loro nuovi valori d'uso; l'esplorazione completa della terra per scoprire sia oggetti utili nuovi, sia nuove proprietà di vecchi (oggetti), oppure le loro proprietà come materie prime eccetera; lo sviluppo delle scienze naturali fino ai massimi livelli cui esso può giungere; la scoperta, la creazione e la soddisfazione di nuovi bisogni derivanti dalla società stessa; la coltivazione di tutte le qualità dell'uomo sociale e la sua produzione come uomo per quanto è possibile ricco di bisogni perché ricco di qualità e di relazioni; ossia la sua produzione come prodotto per quanto è possibile totale e universale della società (giacché per avere una vasta gamma di godimenti deve esserne capace, ossia essere colto a un grado elevato): tutto ciò è anch'esso una condizione della produzione basata sul capitale" (K. Marx, Lineamenti fondamentali della critica dell'economia politica, cit., vol. II, pp. 10-11).
[17] Vedi Maria Turchetto, Althusser e Monod una "nuova alleanza"? in "Quaderni Materialisti", n. 2, 2003, pp. 45-62.
[18] Cfr. di I.Prigogine e I. Stengers, La nouvelle Alliance. Métamorphose de la science, Gallimard, Paris, 1979 (trad. it., La Nuova Allenza - Metamorfosi della Scienza, Einaudi, Torino, 1981, p.8).
[19] Ivi. p. 12.
[20] Per la comprensione di queste fondamentali categorie scientifiche, vedere l'opera cit. di Prigogine e Stengers, in particolare il cap. VI, pp. 170-191. Vedi anche di L. Tomasetta, I servo-meccanismi del potere informatico, in "Rassegna Italiana di Sociologia", 1984, n.2, pp.177-219.
[21] E. J. Hobsbawm, I rivoluzionari, Einaudi, 1975, p. 109.